Chi sono i Pacimù? Di Paolo Magnani
“Chi cazzo sono i Pacimù?” mi chiese il Grande Beta, puntandomi in volto un fascio accecante di luce. Persi i sensi. Mi risvegliai dopo quattro ore al Bla Bla, legato ad un divanetto e accerchiato da quattro ragazze rumene affamate di sesso. “Grande Beta, sai già che non parlerò”, urlai, sicuro che il mio grande nemico fosse lì in ascolto, mentre le ninfomani iniziavano a torturami a suon di utero. “Questo è solo l’inizio, Infanzia” sogghigno l’angelico essere, mentre il Lesbo Show prendeva il via davanti ai miei occhi. Attraverso il potere subspaziale della figa cercava di indebolire la mia mente di cavaliere Jedi, per poi piegarmi al suo volere. “Abbraccia il potere della parpaglia”, tuonò Grande Beta, mentre io separavo mente e corpo. Stavo navigando nel Cazzo dimension, la dimensione dove cervello e pene si fondono in un’unica entità e viaggiano oltre i baluardi della ragione. Mentre uno spirito del Grande Beta era sulle mie tracce, all’orizzonte apparve l’Ombra dei Pacimù, lo spettro che riunisce tutti i Pacimù in un essere distinto. L’Ombra mi prese per mano e mi accompagnò in un viaggio a ritroso nel tempo. Vidi nuovamente lo sbarco dei Pacimù. L’alba del quinto giorno davanti alle porte di Eia, quando i Pacimù sfuggirono alle persecuzioni dei test anti-alcol. E rividi i volti dei Pacimù prima del Grande Freddo, quando ancora assomigliavano ai Gorgon. Il viaggio si fermò al giorno in cui fui contattato da Mr. 012, dei Pacimù. Stavo rivivendo la mia scelta, dopo aver ammirato la luce della conoscenza Pacimù.
“Ad ghé quesi quarantani… imbambì”. Mi dice la mia madre terrestre al ritorno dalla Cazzo Dimension. “Mamma, ho deciso di arruolarmi nei Pacimù. Dammi un deca, fammi il letto e preparami la cena per le 20, che intant a go da ander a salver al mond!”. “Mo chi eni chi Pacimù chi??” Chiede la donna che avuto lo stratosferico culo di avermi come figlio. “Figa mamma ma non sai chi sono i Pacimù??? Sei troppo indietro. I Pacimù sono tra noi, e se la terra avrà un futuro è grazie a noi. E mi raccomando gli anolini: stagni!!!”
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