Incubo della cantina
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Sentivo distintamente dei rumori insoliti e persistenti provenire dalla mia cantina, un suono che mi ha immediatamente destato da un sonno leggero. La prima ipotesi che mi è balenata in mente, cercando una spiegazione razionale, è stata quella di aver lasciato involontariamente acceso qualche apparecchio elettrico o strumento, una svista che, sebbene rara, poteva accadere. Ho anche considerato che mio suocero, che di solito è molto meticoloso, non era presente in casa in quel momento, il che escludeva la sua responsabilità per eventuali dimenticanze. Con una certa apprensione, mi sono avvicinato alla porta della cantina, esitando un istante prima di aprirla.
Una volta aperta la porta, la scena che si è presentata ai miei occhi ha sfidato ogni logica e comprensione. Ho visto, con un misto di incredulità e terrore crescente, la mola a batteria, un attrezzo solitamente pesante e stabile, fluttuare inspiegabilmente nel vuoto, come se fosse sospesa da una forza invisibile. Accanto ad essa, con la stessa inspiegabile levitazione, c'era una lama di coltello grezza, ancora non rifinita, che danzava nell'aria. La visione era così surreale e spaventosa che mi ha lasciato completamente impietrito, incapace di muovermi o di emettere un suono. Istintivamente, in un disperato tentativo di nascondermi e proteggermi, mi sono rannicchiato e nascosto dietro l'uscio della porta, sperando di non essere notato da qualunque cosa stesse causando quel fenomeno.
Dopo un breve istante di sospensione, la smerigliatrice, che fino a quel momento aveva fluttuato, ha iniziato a muoversi con una precisione quasi intenzionale. La lama grezza, seguendo un percorso predeterminato, si è delicatamente appoggiata sull'incudine, come se fosse guidata da una mano invisibile ma esperta. Subito dopo, il martello, anch'esso animato da una forza sconosciuta, ha cominciato a battere ritmicamente e con forza sulla lama, forgiandola con colpi precisi e cadenzati. Il suono metallico e ripetitivo riempiva la cantina, amplificando la mia sensazione di terrore. Non appena il martello ha cessato la sua opera, la lucidatrice, un altro strumento solitamente inerte, ha preso vita da sola, iniziando a girare e a emettere un ronzio, pronta a rifinire la lama.
Dopo questi eventi inspiegabili e terrificanti, si è verificato un attimo di silenzio assoluto, un silenzio che mi è sembrato ancora più assordante e carico di presagi. Era un silenzio carico di tensione, che preannunciava qualcosa di ancora più spaventoso. Poi, con una velocità sorprendente e una traiettoria diretta, il coltello, ora apparentemente rifinito e affilato, si è diretto rapidamente verso di me, come se avesse acquisito una volontà propria e un obiettivo preciso. In quel momento di massimo terrore, il mio corpo ha reagito con una scarica di adrenalina.
Mi sono svegliato di soprassalto, completamente sudato, con il cuore che batteva all'impazzata nel petto, come un tamburo impazzito. Il respiro era affannoso e la sensazione di paura era ancora vivida e palpabile. Era stato solo un sogno, un incubo incredibilmente realistico e terrificante. Per calmarmi e riprendere il controllo, mi sono alzato e ho bevuto un bicchiere d'acqua fresca, cercando di scacciare le ultime vestigia di quel sogno angosciante. Poi, con un gesto affettuoso e rassicurante, ho accarezzato la Mio, che dormiva placidamente accanto a me, il suo respiro regolare è stato un balsamo per la mia anima agitata. Dopo qualche minuto, sentendomi più tranquillo e al sicuro, sono riuscito a riprendere il sonno, lasciandomi alle spalle l'incubo della cantina.

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